Dicono di Noi

24/4/2016 – CHE LEZIONE DAI TIFOSI   –  Francesco Meucci (La Nazione)

E mentre una parte del Pd e il sindaco proseguono il loro duello su quel libro dei sogni chiamato regolamento urbanistico, c’è una parte di città che ha decisamente capito cosa serve: rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Ci riferiamo a quei senesi – e ormai siamo abbondantemente sopra i duecento – che si sono frugati in tasca per consentire alla Mens Sana di finire – più che decorosamente, oltretutto – la stagione. Non solo, con l’iniziativa «Io Tifo Mens Sana» si sono anche gettate le basi per dare un degno futuro alla lunga tradizione cestistica della città. Certo, non dipenderà solo da loro. Servono le aziende, gli imprenditori, i soldi «veri» insomma. Ma se arrivassero, il merito sarà solo di chi ci ha messo la faccia e le risorse quando i tempi erano davvero bui (e lo diciamo ora a scanso di equivoci futuri).

A farci tornare il sorriso, poi, sono i tanti segnali positivi che arrivano da questa vicenda. Primo perché fa toccare con mano quanto bella e sana possa essere la passione sportiva: una questione di cuore molto prima che di portafoglio capace di cancellare in un attimo l’onta delle inchieste e dei cimeli finiti all’asta. Poi perché restituisce l’immagine di una città sana, operosa e ancora in grado di grandi slanci. Infine, perché mette tutti sullo stesso piano: dal più semplice dei tifosi, all’ex stella degli anni d’oro il merito è stato diviso in modo equanime.
Bravi, semplicemente bravi. Al punto che viene da domandarsi come mai nessuno abbia provato a metterci il cappello. Forse perché il vento è cambiato e nessuno ha più la faccia tanto tosta – e soprattutto il coraggio – di scambiare la sacralità del tifo con del consenso da conquistare. Ma forse anche perché la classe dirigente è troppo presa a duellare sui social network per accorgersi di un qualcosa di buono che inizia a germogliare. Con sommo gaudio di Mark Zuckerberg, anche noi preferiamo che continuino così.
8/4/2016 – I TIFOSI EVITANO IL FALLIMENTO DI SIENA  – (Giuseppe Nigro – Gazzetta dell Sport)

Mancano ancora 60-70 mila euro

Speranza tenuta viva grazie all’associazione “Io tifo Mens Sana”: circa 350 privati hanno raccolto 150mila euro evitando il nuovo crac: Hackett e Pianigiani sono fra i salvatori.
Mai era successo che una sottoscrizione tra tifosi, o comunque tra privati cittadini, riuscisse a salvare una società di basket. È un consorzio di imprenditori quello che a Varese nel 2010 ha rilevato il 100% del club, come in misura diversa a Pesaro, a Pistoia, a Trento. Ma coi tifosi è un’altra cosa: hanno il 10% a Cantù, ancora a Trento hanno rilevato il 40% dal consorzio ma in una situazione di solidità. Invece a Siena per la prima volta un’associazione di tifosi, “Io tifo Mens Sana”, ha acquistato la maggioranza assoluta, il 70%. Tra i sottoscrittori ci sono ex speciali come Marco Crespi e Daniel Hackett, ma anche figli di Siena rimasti molto legati come Simone Pianigiani, e non c’è motivo che non aderiscano altri giocatori che hanno fatto la storia del club. Obiettivo: evitare che la Mens Sana chiuda di nuovo, due anni dopo la fine del club degli otto scudetti. Su cui tra parentesi, venti giorni dopo la chiusura dell’inchiesta, sono attese ora le richieste di rinvio a giudizio per i 14 indagati, tra cui Minucci.
MICCIA — Un tempo i club in crisi davano le chiavi al sindaco. Oggi vedere la propria passione in punto di morte spinge oggi tifoserie importanti a darsi un ruolo diverso. E, al netto della retorica, non intravedere al momento padri politici permette di considerarla un’idea che nasce dal basso. I tifosi accesero la miccia della ripartenza post-Benetton di Treviso nel 2012: 90mila euro da 700 sottoscrittori spinsero all’azione i quattro imprenditori apripista del Consorzio Universo, oggi proprietario al 100% e con circa 90 aziende. Nel 2010 l’associazione “Per amore solo per amore” raccolse 290mila euro da 1500 persone per salvare la Fortitudo: ma dovevano servire per la ripartenza e non per il pregresso, così non se ne fece niente. Sembrano pochi denari? Sicuramente rispetto ai tempi delle Final Four di Eurolega, ma oggi il potere di acquisto di un numero cospicuo di tifosi ha un impatto anche decisivo. Con le sottoscrizioni di circa 350 privati, circa 200 da oltre 500 euro, «Io tifo Mens Sana» ha raccolto quasi 150mila euro in poco più di un mese. L’allarme di febbraio, quando la semestrale ha fatto venire al pettine i nodi di una stagione costruita su un budget solo parzialmente coperto, ha innescato la mobilitazione popolare. Costituita in due settimane, in un mese l’Associazione aveva raccolto i fondi per rilevare la maggioranza dalla Polisportiva, che dopo aver partecipato alla copertura del disavanzo si è fatta da parte, al 20%.
COSA MANCA — Ma perché l’utopia dei tifosi-padroni si dimostri praticabile, e la chiusura non sia stata solo rimandata, manca ancora qualche pezzo. Mancano all’Associazione ancora 60-70mila euro, la propria quota parte per coprire il finale di stagione. E manca la seconda gamba del salvataggio, un consorzio di imprese (che oggi incontrerà gli omologhi di Varese e Trento) che ha riscosso l’appoggio delle associazioni di categoria e che comincerà da lunedì a raccogliere le adesioni. Per riuscire entro l’estate a entrare da protagonista nella compagine societaria: la spinta di popolo della gente dell’Associazione è stata decisiva per i tempi brevi imposti dal salvataggio, poi servono spalle larghe per dare solidità al futuro di una realtà salvata sull’orlo del baratro. A volte i sogni si realizzano.